Fame nervosa: di cosa si tratta?

Come gestire la Fame nervosa?

Quando parliamo di “fame nervosa” ci riferiamo alla tendenza a ricorrere al cibo in risposta ad una o più emozioni che stiamo provando.

L’incapacità di distinguere le sensazioni fisiologiche di fame dalle sensazioni emotive ci porta a rivolgerci al cibo per riempire quel vuoto che stiamo avvertendo, anche quando ad essere vuoto non è lo stomaco.

Talvolta ricorriamo al cibo per ridurre lo stress emotivo a causa di un comportamento appreso durante l’infanzia. Basti pensare alla mamma che di fronte al pianto del bambino reagisce con un comportamento di nutrimento, anche nel caso in cui la richiesta del bambino non era legata alla fame fisiologica. 

Per imparare a gestire la fame nervosa dobbiamo innanzitutto imparare a riconoscere, accettare e modulare le emozioni che stiamo provando, imparando anche a lasciarle andare senza reagirvi.

Questo apprendimento è possibile attraverso la Mindful Eating, il protocollo insegna a divenire consapevoli dei vissuti che stiamo provando e a distinguere le sensazioni che il nostro corpo ci comunica: fame, sazietà, pienezza. Per far ciò bisogna apprendere ad ascoltare intensamente le informazioni che arrivano ai nostri cinque sensi: vista, tatto, gusto, olfatto, udito. Ciò permette di sperimentare un’esperienza di nutrimento del tutto nuova perché entriamo in contatto col cibo che decidiamo di immettere nel nostro corpo. 

In questo modo coltiviamo la Saggezza Interiore, un’abilità presente alla nascita ma che con la crescita tende a sfumare, a causa delle regole e delle costrizioni che ci imponiamo a tavola.

Coltivare la saggezza interiore permette di ascoltare consapevolmente i segnali corporei per capire quando e di quale cibo hai realmente bisogno. Soprattutto permette di capire quando il vuoto che cerchiamo di riempire è fisiologico oppure emotivo. Tale consapevolezza ci permette di rivolgerci al cibo solo quando realmente necessario e a cercare ulteriori fonti di gratificazione per colmare il bisogno emotivo.

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